20/12/2021
Dopo l’ennesimo infortunio mortale in provincia, mercoledì a Malo, l’appello di Cisl Vicenza: «Contrasto agli Infortuni sul Lavoro ed alle Malattie Professionali. Attuare subito le nuove Disposizioni in materia» L’infortunio mortale sul lavoro avvenuto mercoledì 15 dicembre a Malo è l’ennesimo dramma che si aggiunge ai tanti, troppi casi registrati quotidianamente in tutta Italia. «Solo nella giornata di ieri ci sono stati altri quattro infortuni mortali nel nostro Paese - ricorda Carla Marcheluzzo, che per la Cisl di Vicenza ha la delega in materia di Salute e sicurezza sul Lavoro -. Siamo stanchi di dover leggere ogni giorno questi “bollettini di guerra”, è necessario un cambio di passo deciso». Il governo dia urgentemente piena attuazione alle “Disposizioni in materia di Salute e Sicurezza nei luoghi di Lavoro” introdotte con il d.l. del 21/10/2021 n. 146, a partire dall’applicazione delle modifiche riguardo agli artt. 13 e 14 dell’81/08. «Con il recente decreto il Governo ha accolto molti dei suggerimenti e dei rilievi che da anni sollecitavamo come sindacato - ricorda Carla Marcheluzzo -, anche per quanto riguarda l’inasprimento delle sanzioni in caso di violazioni gravi, prevedendo ad esempio l’immediata sospensione dell’attività dell’azienda o di parte di essa in presenza di una percentuale del 10% di lavoratori irregolari, e superando il principio della reiterazione delle violazioni stesse, cosa che rendeva quasi impossibile l’applicazione dei provvedimenti di sospensione. Bene l’avvio della riforma del sistema di vigilanza, con l’eliminazione delle differenziazioni tra le attività di controllo delle Aziende socio-sanitarie e dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, bisogna però accelerare le assunzioni previste e destinare le nuove risorse prioritariamente all’attività di controllo tecnico prima che amministrativo». Oltre a questo importante è istituire il più rapidamente possibile il Repertorio Nazionale degli Organismi Paritetici, con la definizione dei criteri per la registrazione degli stessi, anche perché «Negli ultimi anni abbiamo assistito alla nascita di Sindacati con una rappresentatività quantomeno dubbia che hanno firmato contratti nettamente peggiorativi delle condizioni di vita dei lavoratori, ma anche di organismi che erogano attività di assistenza e formazione alle aziende in materia di sicurezza sul lavoro in maniera spregiudicata e non rispettosa delle normative». Un’ultima riflessione va fatta riguardo l’età delle ultime vittime: «Avevano tutti più di 50 anni. Se c’è, come i dati dell’Inail sembrano confermare, una correlazione tra età degli infortunati e fenomeno infortunistico, soprattutto in alcuni settori, è necessario che tutte le parti coinvolte ricerchino soluzioni nuove e diversificate per una reale tutela di queste fasce di lavoratori».In primo piano
INFORTUNI SUL LAVORO: PIÙ CONTROLLI E PIÙ SANZIONI