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19/12/2022

#ilGiornaleDiVicenza IL FUTURO: DIMINUISCONO RESIDENTI E SEMPRE PIU' VECCHI + GLI OCCUPATI


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DIMINUISCONO I RESIDENTI E SONO SEMPRE PIU' VECCHI
Favorire ora la natalità

Il Segretario provinciale Raffaele Consiglio lancia l'allarme "Subito politiche per l'occupazione femminile e gli immigrati"

Nell'immediato futuro il territorio vicentino dovrà fare i conti anche con un altro problema, oltre a quello occupazionale: quello riguardante la denatalità. A parlare sono i numeri della ricerca realizzata dal Centro studi Cisl Vicenza e coordinata da Stefano Dal Pra Caputo e Francesco Peron. È in atto un significativo processo d'invecchiamento della popolazione, ma non solo. Dopo essere costantemente cresciuta tra il 1982 e il 2012 (passando da 726.389 abitanti a 863.323), negli ultimi 10 anni la provincia ha perso circa 10.500 residenti (852.861 nel 2022). A questo si aggiunge una redistribuzione percentuale delle fasce di età: gli under 15 anni erano 157.180 nel 1982 (21,6 per cento del totale) e 131.845 nel 2012 (15,3 per cento), mentre oggi sono 110.399 (12,9 per cento). Parallelamente gli over 65 sono aumentati di circa 60 mila unità negli ultimi 20 anni e di oltre 100 mila in 40: erano 88.516 (12,2 per cento) nel 1982, per passare a 133.736 (16,8 per cento) nel 2002 fino agli attuali 194.362 (22,8 per cento). A fronte di questa evoluzione, la fascia d'età tra i 15 e i 64 anni fino a oggi ha "tenuto", passando dalle 480.693 unità (66,2 per cento) del 1982 alle 563.806 (65,3 per cento) del 2012, per poi scendere fino agli attuali 548.100 (64,3 per cento). I dati si fanno però drammatici prefigurando quella che sarà la struttura futura della popolazione con l'attuale andamento demografico: rispetto a oggi, infatti, la popolazione under 15 passerà dal 12,9 per cento all'11,4 per cento nel 2032, per risalire al 12,2 per cento nel 2042 (frutto dell'invecchiamento di chi attualmente è in età matura, ma non ancora anziano), mentre gli over 65 passeranno dall'attuale 22,8 per cento al 27,9 per cento tra dieci anni e 33,1 per cento tra vent'anni. Come conseguenza la popolazione in età da lavoro passerà dall'attuale 64,3 per cento al 60,7 per cento nel 2032 e addirittura 54,7 per cento nel 2042. «In prima battuta bisogna agire in sostegno alla natalità - spiega Raffaele Consiglio, segretario generale di Cisl Vicenza -. Altri Paesi si sono già mossi con successo in questa direzione; un esempio su tutti quello svedese, favorendo l'occupazione femminile con servizi migliori e una regolamentazione del mondo del lavoro studiata per favorire le donne che, seppur con bambini piccoli, desiderano continuare a lavorare. Poi c'è da rivedere la nostra politica sull'immigrazione riaprendo i flussi in ingresso; mi riferisco però ad un passaggio da una politica di mera accoglienza ad una politica di vera integrazione». E per quanto riguarda Vicenza e provincia, ma anche il Veneto, Raffaele Consiglio chiude: «In termini di servizi a sostegno nella natalità le amministrazioni comunali hanno a disposizione strumenti importanti, così come le aziende possono contribuire a invertire la tendenza in atto attraverso la contrattazione di secondo livello».

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L'INDAGINE - GLI OCCUPATI

In 20 anni nel Vicentino potrebbero mancare oltre 50 mila lavoratori
Posti vuoti nelle fabbriche, negli uffici, negli ospedali, nei bar. Un esercito di figure che invecchieranno e scompariranno.

Entro vent'anni potrebbero mancare all'appello, nella provincia di Vicenza, oltre 50 mila potenziali lavoratori. Uomini e donne in età occupazionale svaniti nel nulla. Posti vuoti nelle fabbriche, negli uffici, nei negozi, negli ospedali, dietro i banconi dei bar, nelle cucine e tra i tavoli dei ristoranti. Un esercito di figure essenziali per garantire la tenuta del nostro sistema economico e sociale che, un po' alla volta, invecchieranno e scompariranno senza essere sostituite. Potrebbe essere la trama di una pellicola fantascientifica, invece è il futuro che attende la provincia di Vicenza se non saranno adottati degli immediati e forti correttivi. A lanciare l'allarme è Cisl Vicenza, sulla base di una ricerca realizzata dal suo Centro studi. L'analisi, coordinata da Stefano Dal Pra Caputo e Francesco Peron, ha analizzato il ricambio generazionale nel mercato del lavoro. Il Centro Studi Cisl Vicenza ha dunque messo in relazione i numeri dell'andamento demografico nel nostro territorio con il fabbisogno di forza lavoro, evidenziando forti criticità se non saranno presi provvedimenti. Sono infatti necessarie azioni immediate come potenziare le misure a sostegno della natalità e rivedere le politiche sui flussi migratori, ma anche imparare a rendere più attrattiva l'area berica. «Sta arrivando un vero e proprio tsunami. E non si tratta di previsioni pessimistiche, qui si parla con dati alla mano - racconta Raffaele Consiglio, segretario generale provinciale di Cisl Vicenza -. È un'emergenza annunciata, della quale stiamo già assistendo alle prime avvisaglie con le ormai note difficoltà a ricoprire molte posizioni lavorative. Allo stesso tempo i problemi di oggi non sono niente se paragonati a quelli che ci attendono in un futuro relativamente vicino. Se non ci muoviamo ora, rischiamo di non garantire la continuità di molte attività economiche e i servizi essenziali». Il mancato ricambio generazionale nel mercato del lavoro ha due fattori agli antipodi: da un lato la diminuzione delle nascite e dall'altro un invecchiamento della popolazione. Negli ultimi anni si è infatti assistito ad un incremento in valore assoluto degli occupati nelle fasce di età over 65 (erano 5.385 nel 2012, oggi sono 9.824), 55-64 anni (da 43.556 a 64.256) e 45-54 anni (da 102.569 a 114.109); viceversa sono diminuiti i lavoratori più giovani, tra i 15 e i 24 anni (da 23.828 a 21.323), 25-34 anni (da 78.403 a 65.564) e tra i 35 e i 44 anni (da 117.184 a 90.509). In sintesi, la popolazione occupata over 45 è passata dal 40,9 per cento del 2012 al 51,5 per cento del 2020. In prospettiva questo determinerà un mancato ricambio generazionale nel mercato del lavoro: già tra 5 anni a fronte di 52.050 cittadini - oggi tra i 13 e i 18 anni - che troveranno occupazione, ci sono 62.529 residenti - oggi tra i 62 e i 67 anni - che ne usciranno per raggiunti limiti di età. Un saldo negativo di 10.479 lavoratori già entro il 2027, che diventerà di 36.671 nel 2032 e che raggiungerà i 75.474 nel 2037. E mantenendo l'attuale tasso d'occupazione (66,6 per cento), significa che entro vent'anni mancheranno all'appello almeno 50 mila lavoratori in provincia di Vicenza. «C'è però anche un'altra questione sulla quale dobbiamo lavorare come provincia, ed è l'attrattività del nostro territorio agli occhi dei lavoratori, anche italiani, provenienti da altre zone: abbiamo molto da offrire, ma questo valore oggi è poco percepito - conclude Raffaele Consiglio -. C'è un problema di narrazione che dev'essere affrontato. Chiudo specificando che non si risolverebbe il problema facendo lavorare i cosiddetti redditi di cittadinanza poiché staremmo parlando di circa 2900 nuclei famigliari che percepiscono in media 515 euro mensili».

Le ricerche, nel dettaglio, sono consultabili, insieme alle altre pubblicate, a questo link

https://www.cislvicenza.it/it/chi-siamo/pubblicazioni-centro-studi/pubblicazioni-centro-studi

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