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19/04/2024

Dimissioni, oltre 100 al giorno «Cercano un posto migliore» Roberta Bassan


Nulla è per sempre, tanto meno lo stesso posto di lavoro per tutta la vita. Lo dicono le 39.550 dimissioni volontarie del 2023 a Vicenza, in pratica 108 al giorno.

«I lavoratori lasciano il posto perché ne hanno trovato uno migliore», sintetizza Raffaele Consiglio, segretario generale di Cisl Vicenza, scorrendo i dati elaborati da Stefano Dal Pra Caputo e Francesco Peron del Centro studi.

Le dimissioni volontarie sono decise dal lavoratore e quindi non rientrano nella sfera dei licenziamenti (poco più di 5.300 tra disciplinari, economici individuali, collettivi), cessazioni con diritto alla Naspi (altri 4.500) e la parte del leone rappresentata dalla conclusione di un contratto o dal raggiungimento della pensione (oltre 59 mila totali).

Si pensava che le dimissioni volontarie avessero un crollo dopo il picco post covid. Non è così.

La tenuta

Il 2023 si conferma per il Vicentino un anno con molte cessazioni pari complessivamente a 112.190, all'interno delle quali un terzo sono rappresentate dalle dimissioni volontarie, appena 1.800 in meno rispetto al 2022, anno che dopo l'emergenza pandemica aveva fatto emergere, partendo dagli Stati Uniti, il fenomeno delle dimissioni in massa dai posti di lavoro legate alla ricerca più che di condizioni economiche più soddisfacenti, alla speranza di trovare un migliore equilibrio fra vita privata e lavoro.

Il trend prosegue: le quasi 40 mila dimissioni vicentine del 2023 sono 10 mila in più dal periodo pre-covid del 2018/2019.

La fotografia

Il fenomeno attraversa tutte le fasce di età: il 34% i giovani, oltre uno su due gli adulti tra i 30 e i 54 anni, il 12% i senior.

E su di esso impatta sempre di più il tema demografico che vede negli anni meno dimissioni di under 30 e più tra adulti e over 55, sia perché nel mercato del lavoro entrano sempre meno giovani e così sarà in prospettiva, sia per l'invecchiamento lavorativo della popolazione.

E che il posto fisso nella stessa azienda caratterizzi sempre meno il Veneto lo dicono anche i dati regionali elaborati dallo studio della Cisl Vicenza: su 823 mila cessazioni nel 2023, quasi 226 mila sono dimissioni volontarie.

Di queste quasi una su cinque è vicentina. «In un momento di contrazione di offerta di lavoro perché sono pochi i lavoratori - analizza Consiglio - le persone hanno l'opportunità di scegliere. E a fare la differenza sono le condizioni».

L'analisi

«Il fine settimana a casa vale più di un aumento»

L'osservatorio della Cisl è privilegiato.

Nel 2023 il sindacato ha seguito a Vicenza, in quanto soggetto abilitato, la trasmissione telematica di quasi 6 mila dimissioni volontarie.

«Ai lavoratori - spiega Raffaele Consiglio, segretario provinciale - chiediamo i motivi delle dimissioni.
E la stragrande maggioranza, a parte qualcuno che sceglie di mettersi in proprio, riferisce che ha trovato un posto migliore».

Cosa significa "posto migliore"? «Il salario resta naturalmente importante - spiega Consiglio - ed è la prima cosa in quanto assunzione di responsabilità verso la famiglia, oltre che verso se stessi. Ma molto più oggi rispetto a ieri sono importanti, soprattutto per i giovani, altre condizioni di lavoro. Nell'ordine: «Opportunità professionali e formazione, possibilità di conciliare vita famigliare e lavoro, possibilità di conciliare felicità extra-lavorativa e occupazione».

Tradotto: «Non lavorare ad esempio di sabato e domenica». Cosa fanno le imprese? «Le aziende intelligenti hanno capito che investire sulle risorse umane è fondamentale per lo sviluppo e, insieme al sindacato, stanno pensando a strumenti di "trattenimento" come organizzazione del lavoro, welfare, formazione, opportunità interne.

Fare in modo che i lavoratori stiano bene e non lascino il posto». R.B.

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